E’ con vero piacere che ho accettato l’invito di alcuni professori dell’Ipseoa di Avellino, a parlare di olio di oliva ai loro studenti all’interno di uno dei luoghi più belli e significativi della Campania: la Certosa di Padula, il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale, nonché uno dei più interessanti in Europa per magnificenza architettonica e abbondanza di tesori artistici.
La storia documentata ci dice che i lavori di costruzione, iniziati nel 1306 per volontà di Tommaso Sanseverino, Conte di Marsico e Signore del Vallo di Diano, proseguirono, con ampliamenti e ristrutturazioni, fino al XIX secolo. I monaci Certosini che l’abitavano, per vari motivi, durante il decennio francese del Regno di Napoli, nel 1807 lasciarono Padula privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quindi quasi interamente dispersi e il monumento cadde in uno stato di precarietà e abbandono. Dichiarato monumento nazionale nel 1882, la Certosa fu presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno che nel 1982 fece partire i lavori di restauro. Oggi il sito è un monumento molto frequentato, aperto al pubblico e dal 1998 è stato inserito nella lista dei siti UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Due sono stati i momenti della giornata: la visita della Certosa ed una esperienza di approccio all’assaggio degli oli extravergini.
Grazie anche alla collaborazione dei professori, sono stati allestiti, su un terrazzo illuminato dal sole, dei tavoli attrezzati per la degustazione guidata con gli appositi bicchierini.
All’interno della Certosa l’olio non ha sfigurato ne’ tantomeno è stato fuori luogo, anzi ha arricchito l’esperienza, non solo perché l’olivo e l’olio fanno parte a pieno titolo della cultura locale e della sua storia millenaria locale, ma anche considerando che i monaci coltivavano l’olivo e producevano l’olio che veniva poi impiegato non solo nelle loro preparazioni culinarie, ma anche come medicamento e nelle funzioni religiose.
Dopo una breve parte teorica, in cui ho spiegato tutto il processo produttivo, dall’oliveto alla conservazione dell’olio, siamo passati alla parte pratica, con degustazione di ben 4 oli di diversa provenienza. Istruito i presenti su come si fa una degustazione di olio e quali siano le principali caratteristiche che deve avere un olio di qualità, abbiamo quindi tutti assaggiato gli oli proposti ciascuno esternando le proprie sensazioni sia olfattive che gustative.
E’ stata una bella esperienza, spero giovevole, considerato che i presenti erano studenti addetti ai lavori, futuri chef ed operatori di sala che dovranno manipolare l’olio e consigliarlo ai loro clienti. Dopo le foto di rito ognuno ha fatto ritorno alle proprie abitazioni. Insieme a me, erano presenti i professori: Costantino Esposito, Sergio Bottone, Gaetano Cerciello, Lisa Marra, accompagnatori del gruppo studenti. Un ringraziamento particolare va a tutti gli insegnanti che hanno voluto fortemente questo incontro, in particolare al prof. Costantino Esposito che è stato l’anello di congiunzione tra la Scuola e l’Associazione Assaggiatori Associati che rappresentavo.M.T.
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