Oli monovarietali ed oleoturismo.
“Terroir” è stato il filo conduttore del seminario sugli Oli Monovarietali che si è svolto presso l’Unisa di Fisciano nel mese di Giugno di quest’anno, con grande partecipazione dei nostri associati.
Il termine, di origine francese , mutuato dal mondo del vino, è stato riferito ad un’area identificata da particolari condizioni geografiche e climatiche, le quali danno luogo ad un prodotto ben definito ed avente caratteristiche che lo collegano in modo univoco al territorio di origine.
Nell’ambito delle varie regioni e/o zone interessate la filiera olivicola è strettamente collegata con il paesaggio e la difesa del suolo, ed ha un legame inscindibile con la storia, la tradizione e la cultura regionale.
Come sappiamo l’olio monovarietale è un olio ottenuto dalla spremitura di olive di un’unica varietà. Esso costituisce la sintesi di vari elementi che gli conferiscono una precisa identità, rendendolo riconoscibile. E’ infatti contraddistinto da caratteristiche organolettiche e sensoriali peculiari che lo collegano ad un preciso territorio, e lo identificano con esso. L’appartenenza al territorio significa che esso nasce in un determinato contesto paesaggistico, storico, culturale e deriva dal lavoro di individui facenti parte di quel preciso contesto, i quali , nel solco della tradizione ed animati da passione, operano con conoscenza e professionalità.
In Campania (come in altre regioni) gli oli monovarietali si distinguono per il loro profilo organolettico deciso, che richiama le caratteristiche proprie del luogo di origine.
Nella nostra Regione pensiamo alla Pisciottana, della zona del Cilento, con sentore di pomodoro verde, alla Rotondella, delle colline salernitane, con notevole presenza di note aromatiche, agli olivi di Ravece delle colline dell’Ufita nei territori dell’Irpinia, alla Minucciola della costiera Sorrentina, con profumi tipici di menta e rosmarino. Nel casertano abbiamo la Tonda Del Matese e nel Beneventano l’Ortice, varietà dal fruttato intenso e dal sapore deciso.
Lo sviluppo delle varietà consente la valorizzazione dei territori marginali, favorisce la biodiversità e permette all’olivo di svolgere pienamente la funzione di assetto idrogeologico del terreno. Risultato di tutto ciò è la caratterizzazione del territorio ove spesso si riscontra anche la presenza di olivi monumentali e/o reperti archeologici. Le peculiarità del territorio sono rese più evidenti dalle tradizioni gastronomiche che collegano le ricette tipiche locali realizzate con prodotti del territorio agli oli prodotti con le varietà autoctone.
Conoscere il territorio di origine di una cultivar significa quindi approfondirne non solo la storia la cultura e le tradizioni, ma anche apprezzarne il paesaggio, le ricette tipiche, e soprattutto conoscere l’identità dei produttori con le loro storie fatte di passioni, di impegno e di risultati raggiunti.
In tale contesto si è venuto affermando da qualche anno il “turismo dell’olio” o “Oleoturismo” per cui la filiera dell’olio è diventata attrazione turistica. Esistono “Città dell’olio” in molte regioni italiane e le aziende produttrici , con il supporto degli enti pubblici, hanno iniziato un percorso turistico dell’olio, con visite guidate ai frantoi, corsi di degustazione, creazione di SPA con trattamenti a base di olio di oliva.
Gli studiosi della materia hanno messo in evidenza la circostanza che l’olio extravergine d’oliva , a causa della ricchezza della filiera produttiva e dei territori di origine, come peraltro dimostrano le numerose certificazioni Dop e Igp, sarà fonte di espansione turistica analogamente a quanto già è accaduto per il vino. Gli investimenti nel settore dovranno tuttavia bilanciare i problemi derivanti dall’aumento dei costi di produzione e dalle attuali difficoltà di resa del raccolto.
Con Legge 27 dicembre 2019 n 160 art 1 commi 513-514 l’oleoturismo è stato oggetto di inquadramento legislativo come attività agricola connessa ex art 2135 Codice Civile. Inoltre con il decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali 26 gennaio 2022 sono state indicate le “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica”.
D’Am
Scrivi un commento